Descrizione
Il Museo Storico della Bicicletta "Toni Bevilacqua" è nato grazie alla generosità e alla passione per i pedali di Sergio Sanvido (1928-2015). Una passione coltivata per tutta la vita, che si è concretizzata con l'apertura di una officina e di un negozio di biciclette a Cesiomaggiore, con la promozione della cultura ciclistica e con l'attività di restauratore e di collezionista. Oltre alle biciclette, egli ha avuto modo di raccogliere accessori, componenti, articoli di giornale e di riviste, libri, copertine de “La Domenica del Corriere”, ritratti di corridori, maglie; testimonianze di uno sport che ha radici profonde nella nostra storia e nella memoria collettiva.
Nel 2007, con occhio lungimirante, Sanvido ha deciso di donare una parte della sua collezione al Comune di Cesiomaggiore, affinché potesse diventare un patrimonio della comunità destinato a durare nel tempo.
L'allestimento propone una narrazione articolata che parla di inventori, di artigiani, di meccanici, di innovazioni tecnologiche, di campioni, ma anche di donne, di bambini, di partigiani, di militari, di cicloturisti, di persone che hanno esercitato la loro professione stando sedute sul sellino. Tutto ciò nella convinzione che la storia della bicicletta rappresenti una lente particolare e straordinaria attraverso la quale è possibile guardare e raccontare i mutamenti sociali, di costume, politici, economici avvenuti nel corso del tempo.
L'esposizione si articola in diverse aree tematiche. L'ampia sezione storica comprende i precursori delle moderne biciclette: un celerifero in legno dipinto di fine Settecento; due bicicli Michaux, che rappresentano le prime macchine a pedali; alcuni Grand-bi e alcuni modelli con il telaio a croce. Lungo il percorso espositivo trovano spazio inoltre biciclette da lavoro, da passeggio, per bambini, tricicli e biciclette usate dall'esercito. Infine, un nucleo rilevante riguarda le biciclette da corsa su strada e su pista che richiamano alla mente le gesta e le imprese di nomi importanti quali Bottecchia, Coppi, Bartali, Saronni, Moser, Pantani e molti altri.
Il progresso tecnologico e la continua evoluzione dei mezzi di comunicazione, insieme allo sviluppo in ambito museale di nuove modalità di fruizione del patrimonio da parte del pubblico, hanno reso indispensabile l'impiego di nuovi strumenti. Oggi, infatti, il Museo mette a disposizione del pubblico alcuni tablet e una App con i quali è possibile compiere una visita guidata in autonomia. I contenuti testuali e le relative tracce audio sono accessibili al visitatore direttamente dai dispositivi.
In qualità di istituzione che conserva e che valorizza testimonianze legate alla cultura ciclistica, il Museo offre ai bambini e ai ragazzi in età scolastica degli importanti spunti per riflettere sugli aspetti storici legati alla bicicletta e su tematiche attuali quali la sicurezza stradale e la sostenibilità ambientale.
Nell'ambito della ricerca, il Museo promuove lo studio del patrimonio e la raccolta di materiale fotografico al fine di documentare e di comprendere il significato storico e culturale dei beni conservati.
L'attività di valorizzazione e di promozione del Museo viene svolta anche attraverso la collaborazione con altre realtà culturali e istituzionali presenti sul territorio, con organizzazioni sportive e con soggetti privati.
The Toni Bevilacqua Historic Bicycle Museum was created thanks to the generosity and passion for cycling of Sergio Sanvido (1928-2015). This passion, nurtured throughout his entire life, took shape with the opening of a workshop and bicycle shop in Cesiomaggiore, promoting cycling culture and his activities of restoring and collecting bicycles. Alongside bicycles, he also gathered bicycle accessories, components, newspaper and magazine articles, books, covers from La Domenica del Corriere, portraits of bikers, jerseys… all of these served as records of a sport deeply rooted in our history and collective memory.
In 2007, with foresight, Sanvido decided to donate part of his collection to the Municipality of Cesiomaggiore, so that it could become a lasting heritage of the community.
The exhibition offers a detailed narrative that tells the stories of inventors, artisans, mechanics, champions, and technological innovations, but also of women, children, partisans, soldiers, cycle tourists, and people who worked from the saddle of a bicycle. This is because the history of the bicycle is seen as a special and extraordinary lens through which social, cultural, political, and economic changes over time can be observed and shared.
The display is divided into various thematic areas. The extensive historical section includes the precursors of the modern bicycle: a painted wooden celerifero from the late 18th century, two Michaux bicycles representing the first pedal-driven cars, some Grand-bi bicycles, and models with cross-shaped frames. The exhibition also features working, city, and children’s bikes, along with tricycles and military bicycles. At the end, there is a significant section dedicated to road and track racing bikes, commemorating the achievements of notable figures such as Bottecchia, Coppi, Bartali, Saronni, Moser, Pantani, and many others.
Technological progress and the constant evolution of communication methods, alongside the development of new ways for visitors to experience museums’ collections, have made it necessary to introduce new tools. Today, in fact, the Museum offers visitors tablets and an app for self-guided tours. Textual content and related audio tracks can be accessed directly from these devices.
As an institution dedicated to conserving and enhancing records about cycling culture, the Museum provides children and school-age people with food for thought on historical bicycle topics and current issues, such as road safety and environmental sustainability.
In terms of research, the Museum promotes the study of its heritage and the collection of photographic material in order to document and understand the historical and cultural significance behind the objects on display.
The Museum’s activities of promotion and enhancement are further pursued through collaborations with other local cultural and institutional organisations, as well as with sport associations and private partners.
(Traduzione a cura di Elena Sofia Mares)