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Storia

alcuni cenni storici riguardanti il territorio cesiolino

L'età antica

Il toponimo si ritiene derivi dall'antroponimo latino Caesius, riferito alla “gens Caesia”, di antica romanità e provenienza appenninica stabilitasi nella zona nel corso del III secolo a. C. La presenza della gens Caesia nella zona di Cesiomaggiore è attestata dal ritrovamento di un'iscrizione che menzionava un L. Caesius L. L. Tra i reperti che testimoniano la presenza romana vi è un cippo commemorativo del 47 d. C., che ricorda la costruzione della via Claudia Augusta altinate (tra Altinum, sul mar Adriatico e Augusta Vindelicum, oggi Augsburg, nella regione danubiana), e che è divenuto il simbolo araldico del Comune.

Il Medioevo

In età medievale Cesio fu sede della pieve di Santa Maria, chiesa dipendente dalla diocesi di Feltre e dal suo "vescovo - conte". Il territorio, frazionato in numerosi possedimenti feudali, fu governato da castellani locali soggetti al vescovo. Tra essi vi furono i Muffoni, detti anche "da Cesio", i Rambaldoni da Fianema, al cui lignaggio appartenne Vittorino da Feltre e i Corte da Marsiai. Membri di queste famiglie ricoprivano spesso anche la carica di "marighi" o "capovilla" cioè capi dei villaggi e delle regole. Resti delle loro residenze fortificate sono ancora oggi visibili sia nel capoluogo comunale di Cesio sia nella frazione di Marsiai.

L'età veneziana

Nel 1404 Cesio entrò con Feltre a far parte della Repubblica di Venezia: la cerimonia della consegna delle chiavi della città all'ambasciatore veneziano, Bartolomeo Nani, il 15 giugno di quell'anno, fu eseguita da Vittore Muffoni, di Cesio, ed è ancor oggi rievocata nel Palio di Feltre. Durante il periodo della dominazione veneziana (XV-XVIII secolo), le residenze fortificate si trasformano in ville padronali, come villa Tauro alle Centenere, villa Corrà e villa Muffoni nel capoluogo comunale.

Napoleone, il periodo Asburgico ed il Regno Sabaudo

La Repubblica di Venezia cessò di esistere con l'arrivo degli invasori francesi di Napoleone. Per la popolazione del Feltrino fu un periodo di grandi illusioni, di spoliazioni e di miseria. Il territorio fu assegnato dapprima alla Repubblica Cisalpina e poi, con il Trattato di Campoformio, fu ceduto all'Impero d'Austria, che lo integrò nel regno Lombardo-Veneto. Durante il periodo dell'occupazione francese, il Feltrino fu smembrato in diversi cantoni ovvero in distretti amministrativi dai quali ebbero origine gli attuali territori comunali. Fu l'inizio dell'autonomia comunale di Cesio.

Nel 1866, in seguito alle guerre di espansione del Piemonte, Feltre e Cesio furono annessi, insieme col resto del Veneto, al Regno d'Italia: in tale circostanza a Cesio fu mutato il nome nell'attuale "Cesiomaggiore", essendo già presente nel regno un comune omonimo in provincia di Imperia. Va sottolineato a tal proposito che è stata variata soltanto la denominazione del comune, ma non il nome del capoluogo.

Le grandi guerre del Novecento

Il territorio di Cesiomaggiore fu duramente provato durante la prima guerra mondiale. L’anno dal novembre 1917 all’ottobre 1918, in particolare, fu detto "l'an de la fam" ("l'anno della fame"), a causa delle privazioni patite durante l'occupazione austriaca.

Simili sofferenze si ebbero durante la seconda guerra mondiale. A partire dal 1941 il problema dell’alimentazione si fece più grave, in particolare scarseggiavano i grassi, la farina, le uova ed i latticini. A Cesio non manca però lo spirito energico della Resistenza, e proprio qui infatti nascerà una delle più importanti formazioni partigiane della provincia di Belluno. Le truppe nazifasciste seminarono il terrore tra la popolazione civile, con angherie, incendi di abitazioni, brutali violenze, assassinii.

L’età moderna

A valle del centro oggi si trovano una piccola area artigianale, con imprese dedite alla lavorazione di legno, della pietra e dei metalli ed un'area sportiva e sociale. A ridosso dell'abitato, verso nord, a un'ora circa di marcia dal capoluogo, si scorge il tempietto di Sant'Agapito; edificio antico che dà il nome alla piccola valle scavata dal torrente Salmenega che segna la costa alpina. La chiesa maggiore è l'antica pieve dedicata a Santa Maria Assunta e si trova nella cuore del centro storico.

Veduta di Cesiomaggiore negli anni 50-60.

Pubblicato il: Mercoledì, 04 Ottobre 2017 - Ultima modifica: Lunedì, 05 Agosto 2019

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